
Veronica Green
Painting works
La tecnica distintiva di Veronica è la pittura a tripla scena, sviluppata durante una residenza presso il Château Orquevaux nel 2020, impiega luce naturale, luce ultravioletta (UV) e materiali fosforescenti per rivelare tre livelli distinti ma interconnessi di significato all’interno di ogni opera. Attraverso questo processo, Green attraversa con eleganza il visibile e l’invisibile, guidando gli spettatori attraverso mondi di presentazione esterna, rivelazione subconscia e introspezione trascendentale. Le sue opere non sono semplici dipinti, ma portali esperienziali che richiedono al pubblico di adottare modalità percettive mutevoli, confrontandosi così con i molteplici strati della propria identità. La pratica di Green è profondamente radicata nella narrazione personale, pur mantenendo un dialogo costante con questioni sociali, ambientali e filosofiche più ampie. I suoi primi lavori, influenzati dall’iconografia religiosa, dalla mitologia e dai paesaggi architettonici onirici, si sono evoluti fino a includere temi legati al genere, alla sessualità, alla razza e alle complesse negoziazioni dell’eredità culturale. Questa evoluzione si riflette anche nelle sue trasformazioni formali, dal collage ai materiali fosforescenti, fino alla complessità delle sue composizioni a tripla scena. Il lavoro di Green non parla solo al regno dell’estetica, ma anche ai paesaggi emotivi, psicologici e sociali che sottendono l’esistenza contemporanea. Le sue opere sfidano ed espandono i confini della pittura, offrendo momenti di leggerezza, romanticismo e introspezione in un mondo sempre più definito dalle sue complessità. Il suo contributo all’arte contemporanea è di profonda risonanza, creando spazi in cui lo spettatore è invitato a riscoprire il proprio bambino interiore e, forse, anche solo per un momento, a vedere il mondo – e sé stesso – con occhi nuovi.
Biography

Veronica Green (Nuova Zelanda, 1984) è un’artista contemporanea pionieristica, il cui lavoro si distingue per un approccio innovativo alla percezione stratificata, alla luce e alle complessità dell’identità. Di origini italiane e polacche, e attualmente residente a Venezia, Green ha sviluppato un linguaggio visivo distintivo che invita il pubblico a ripensare le modalità con cui l’identità viene costruita, rappresentata e percepita nei contesti sociali, psicologici e spirituali. La sua carriera è stata plasmata da residenze e mostre internazionali significative, tra cui 10 Minute Window (59ª Biennale di Venezia, 2022), Small Acts of Kindness (Palazzo degli Prigioni, 2024) e From Where I Stand (60ª Biennale di Venezia, 2024). Queste esposizioni testimoniano la sua capacità di fondere il personale con l’universale, l’intimo con l’epico. Green trae ispirazione dagli ambienti immersivi di James Turrell, dalla vulnerabilità performativa di Marina Abramović e dalla disarmante onestà dei libri per bambini, a conferma della sua convinzione che l’arte debba suscitare meraviglia, nostalgia e apertura verso le ambiguità della vita.