La Magia del Reale
10 agosto 2022

L’universo artistico di Matthias Brandes è un reame magico in cui oggetti materici galleggiano sospesi in una atmosfera al di là del tempo e dello spazio e figure statuarie si stagliano su paesaggi dal sapore metafisico. È con noi oggi uno dei maestri dell’arte figurativa contemporanea: lo abbiamo intervistato.

La tua pittura potrebbe essere definita “plastica”, una “scultura con il pennello” in cui le textures corroborano l’architettura delle tue composizioni donando loro un senso materico stupefacente. Il tuo linguaggio artistico evoca un tempo sospeso e armonie quattrocentesche, in cui l’aria si fa rarefatta e sospesa in un non luogo fatto di geometrie e palette essenziali. Come sei arrivato all’elaborazione della tua tecnica e alla codifica del tuo alfabeto espressivo?

Sono patito dal concetto “STILL-LEBEN" che è opposta a quello di NATURA MORTA, quindi mi interessa “LA VITA SILENZIOSA DELLE COSE (titolo di una mia mostra all’istituto italiano dei cultura di Amburgo nel 1984). Necessariamente questo concetto porta a decontestualizzare le cose e renderle vere protagoniste, attrici di un teatro delle cose.

Lo spettacolo non si presenta però “staccato” dal visitatore, essi condividono in realtà un unico spazio. Da questo discende la sensazione di plasticità presente nei miei quadri.

Il mio concetto di pittura non è l’imitazione ma l’immaginazione. Gli oggetti diventano da un lato pictogrammi - vocaboli visivi - e dall’altro materia. Ecco la vicinanza con la scultura.

Nonostante i volumi quasi sironiani e composizioni prospettiche che rimandano a Giorgio Morandi, le  atmosfere delle tue opere evocano il realismo magico. Come riesci a fondere questa tangibile fisicità con un senso poetico del sogno, in cui oggetti senza peso  fluttuano nell’aria, case sbilenche sembrano abbracciarsi e cavalli statuari galleggiano su lagune metafisiche?

Arte per me e la creazione di spazio poetico, spazio altro. Ma la poesia non si può programmare. Essa è, se riuscita, risultato di una ricerca e le sue delusioni necessarie, le sue soddisfazioni. Si lavora finché il quadro sembra raggiungere la sua verità, una verità antitetica a quella del realismo, naturalismo, verismo.  La loro verità esiste in un mondo parallelo ma sempre in comunicazione con la nostra realtà di ogni giorno. Ma anche questa non è omogenea, consiste in infiniti strati. Quindi la poesia ne aggiunge un’altro.

Alla fine: cosa è più vero, la Tv, le credenze della gente oppure la poesia musicale, scritta o dipinta?

Le case volanti sono un simbolo affascinante, uno spazio fisico intriso di significati emozionali. Per la psicanalisi le abitazioni sono una eco della psiche di chi le abita e nascondono indizi sul nostro modo di rapportarci con gli altri e con il mondo esterno. Cosa rappresentano le case che porti alla luce nelle tue opere?

Sono esseri viventi sotto un incantesimo di qualche mago.

Possiamo dire che la tua parabola professionale è il racconto di una meditazione sul senso dell’esistenza e dell’arte. Qual è per Matthias Brandes il senso più profondo di quest’ultima?

Dare vita ad un materiale inerte, fare questa magia.

 

 

 

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