Paesaggi Lirici
26 agosto 2022

La visione poetica dei luoghi talvolta è un vero e proprio strumento di conoscenza. Oggi è con noi Andrea Giovannini, che ha fatto della rappresentazione del paesaggio il fulcro della sua poetica espressiva.

La tematica del paesaggio è preponderante nella tua opera. Gli scorci prospettici che rappresenti non sembrano essere però totalmente “reali” ma anche e soprattutto luoghi dell’anima. Da dove trai ispirazione per i tuoi soggetti, sono essi frutto di ricordi di vita vissuta, viaggi, o suggestioni fantastiche?

La ricerca sul paesaggio mi ha sempre affascinato, la ricerca degli ampi spazi.

Dagli Stati Uniti alla Francia a toccarmi il cuore sono sempre stati la magia del colore che di fonde col cielo, l’ora tarda in cui tutto si confonde tranne le luci di abitazioni, le insegne e i lampioni...tutto quello che vedo dall’auto.

La passione per l’aereo come mezzo per percorrere grandi distanze…

L’aereo come mezzo meccanico ha sempre suscitato un grande interesse e curiosità in me: in particolare amo osservare infiniti spazi da un’altra prospettiva, la possibilità di non ascoltare le altre persone ma solamente i propri pensieri e la magia del guardare con occhio acuto le stranezze del mondo dall’alto, geograficamente parlando.

Anni di ricerca pittorica ti hanno all’elaborazione di una tecnica unica. Ci racconti come sei arrivato a scegliere l’utilizzo delle colature di smalto e all’utilizzo del legno come supporto?

Non ci sono sempre spiegazioni sul proprio operato, ed è questo il bello.

Talvolta sono io per primo a scorgere alcuni dettagli sul mio modo di dipingere solo in un secondo momento, a distanza di tempo, e questo mi fa meditare e - spero - crescere anche pittoricamente .

La tecnica deriva dagli studi eseguiti ad Urbino alcuni decenni fa con altri smalti e sovrapposizioni di strati di colori. Osservando i particolari di alcune pitture ad affresco cinquecentesche e i dettagli degli sfondi paesaggistici assolutamente straordinari. È in questi ultimi che mi sembra venga racchiusa l’anima di quelle opere, la loro essenza interiore.

Mettersi di fronte a una delle tue opere è un esercizio quasi meditativo, esse infatti necessitano di una certa lentezza e calma per essere fruite al meglio. Questo deriva principalmente ai dettagli lirici che inserisci al loro interno e che modificano completamente la percezione dei tuoi dipinti. Parlaci di questa magia che sapientemente metti in scena.

Il bello del dipingere è anche questo, ma non è detto che avvenga in tempi brevi. Potrebbe un giorno fermarsi, arenarsi.

Sono consapevole che il mio mondo interiore potrebbe mutare, diventare più sintetico oppure più complesso.

L’arte è una continua ricerca…condizionata dalla vita.

 

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